13 ottobre 2011

O' CLOCK - TIME DESIGN, DESIGN TIME

In un futuro, possibilmente lontanissimo, quando ci nutriremo solo di anonime pillole perchè le risorse del pianeta saranno scarsine, il nostro corpo, ancora nostalgico del profumo di un sugo al pomodoro,  per stimolare la nutrizione avrà bisogno di "time to eat" del caro Marti Guixè. Solo tre ore segnate , i tre momenti fondamentali per sfamarsi: colazione, pranzo e cena sottolineati da tre odori spruzzati per agevolare l'adattamento al regime alimentare stile Futurama. Questo è uno dei possibili modi di definire, misurare, rappresentare con il design il concetto di tempo che viene presentato alla Triennale Design Museum di Milano nella mostra "o'clock- time design, design time" curata da Silvana Annichiarico e Jan Van Rossem negli spazi allestiti su progetto di Partricia Urquiola. 

L'allestimento di "O'Clock - time design, design time"
image © designboom


"time to eat" di "e con" Martì Guixè
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70 meccanismi per indagare come il design possa porci in relazioni differenti con la percezione del tempo e del suo trascorrere, sia attraverso oggetti da collezioni esistenti sia progetti site-specific.  Da Designboom ben documentati alcuni esempi tra cui: 'real timeclock di Maarten Baas, gli orologi ad inchiostro 'self printed designs' di Oscar Diaz, 'eternity' di Alicia Eggert & Mike Fleming, 'sasa clock' di Thorunn Arnadottir una sorta di auto sgranatore di rosario o 'beautiful sunflower panerai painting' di Damien Hirst esplosione di quadranti da cronografi Panerai.  




Sasa Clock di Thorunn Arnadottir, prodotto da Daniel Estes Designs.
Foto di Matthew Booth
Scented Time di Studio Sovrappensiero
Foto di Emanuele Zamponi


Molti i sistemi intriganti in particolare 'exquisite clock' del designer brasiliano Joao Wilbert: una performance grafica che rintraccia dalla vita di tutti i giorni simboli numerici per definire le ore e li rilancia in un istallazione fisica, un app scaricabile per IPhone e un sito, o la "0,5g min revolving sculpture" di Albin Karlsson che propone, rallentati all'estremo, i principi della stampa 3D: un meccanismo, appeso al soffitto, compie una rotazione all'ora, lasciando cadere ogni minuto un grammo di colla accumulando così  una struttura nel tempo.  Ricorda quasi, l'opposto del lento scavare di My Red Homeland di Kapoor. Sempre questione di tempo vs materia.
Scelta filosofica anche la modalità di visita della mostra secondo un passo "normal" oppure accelerato dall'accesso
"fast track" che comunque permette varchi di fuga, pausa e parrebbe nessuno che cronometri la performance. 


exquisite clock' di Joao Wilbert per fabrica, 2010
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'0.5g min' evolving sculpture di Albin Karlsson, 2007
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masse in movimento libero misurano il tempo 
per 'revo' di Leonardo Fortino and Andrea Bartolucci
spigoli vivi lab, 2011
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